Il nostro approccio terapeutico all’acufene e all’iperacusia
L’acufene spesso deriva dalla combinazione di diverse cause, che possono interessare non solo l’orecchio, ma anche l’apparato muscolo-scheletrico della testa e del collo, o alcune funzioni organiche. Questa complessità richiede, sul piano terapeutico, il coinvolgimento di più specialisti. L’acufene, infatti, è un disturbo articolato che necessita di un approccio multidisciplinare, con la collaborazione di diverse figure professionali.
Una volta individuata o ipotizzata la causa scatenante tramite una visita specialistica, si può procedere con la terapia. È importante sottolineare che si può intervenire concretamente per ridurre o eliminare i disagi causati dall’acufene. Contrariamente a quanto si crede, l’affermazione che non esista una soluzione per l’acufene non è corretta.
Attraverso la visita e gli esami strumentali, è possibile generalmente suddividere la possibile causa dell’acufene in due gruppi:
In entrambi i casi, la naturale predisposizione del paziente all’ansia e all’attenzione costante verso il proprio disturbo può giocare un ruolo significativo nel contribuire al disagio legato ad acufene o iperacusia. È importante sapere, però, che questo legame è ben conosciuto e studiato: nelle persone ansiose, l’acufene può essere percepito come più fastidioso rispetto a chi non soffre di ansia.
La buona notizia è che, affrontando l’ansia con strategie adeguate e supporto professionale, è possibile ridurre significativamente il disagio e migliorare la qualità della vita.
Poiché le cause dell’acufene variano da individuo a individuo, non esiste un approccio terapeutico standardizzato. È fondamentale, quindi, sviluppare un piano di trattamento personalizzato, calibrato sulle specifiche esigenze di ciascun paziente, che integri le terapie o le combinazioni di interventi più efficaci per il caso specifico.
Dagli anni ‘90 la TRT, acronimo di Tinnitus Retraining Therapy, ovvero terapia di riallenamento o di riprogrammazione dell’acufene, porta un aiuto reale ed efficace a chi soffre di acufene e iperacusia. Questa terapia si fonda sul modello neuropsicologico ideato e messo a punto dal neurofisiologo polacco Pawel J. Jastreboff, secondo il quale l’acufene viene percepito come fastidioso in quanto classificato inconsciamente dal cervello come suono di allarme. Questo condizionamento può essere annullato con la TRT e l’acufene può diventare un suono neutro e quindi non più fastidioso.
Uno degli elementi fondamentali della TRT è costituito dall’arricchimento sonoro a cui il paziente deve essere sottoposto per la maggior parte della giornata e anche durante la notte per qualche mese. La stimolazione sonora viene erogata da piccoli generatori di suono indossabili. La stimolazione non interferisce con le normali attività della vita quotidiana e dopo qualche giorno non viene più percepita dalla persona che indossa i generatori.
Parte integrante della TRT è il supporto psicoterapeutico erogato in quattro incontri, in un periodo che va dai 9 ai 12 mesi In questo periodo si ha una riduzione della percezione dell’acufene che diventa progressivamente meno fastidioso, e, nelle fasi successive, diventa un elemento naturale del sottofondo sonoro quotidiano.
I generatori di suono sono dispositivi che generano suoni neutri per l’ascoltatore. I generatori indossabili sono minuscoli apparecchi da indossare dietro l’orecchio che trasmettono il suono al timpano tramite un micro trasduttore praticamente invisibile e non invasivo. I generatori di suono erogano una minima quantità di suono con intensità simile a quella dell’acufene e vengono regolati in base alle caratteristiche e alla sensibilità uditiva del paziente stesso.
Il suono (in genere si tratta di un rumore della natura simile a una cascata lontana) stimola delicatamente le cellule nervose uditive permettendo a esse di essere più facilmente riprogrammate e, per alcuni versi, “rigenerate” grazie alla plasticità cerebrale. Inoltre, il suono facilita l’abitudine all’acufene fino a riuscire a ignorarlo.
Quando l’acufene si accompagna a una perdita di udito anche molto lieve monolaterale o bilaterale, è opportuno applicare una versione particolare di apparecchio acustico, denominato ‘Combi’, che contiene anche un generatore di suono. In questo modo è possibile ottenere un duplice risultato: il recupero della funzionalità uditiva e la stimolazione per l’acufene.
I risultati raccolti dalla nostra Tinnitus Clinic [1] dal 1999 di terapia dell’acufene e pubblicati su riviste scientifiche o presentati a convegni internazionali concordano sulla riduzione significativa della percezione dell’acufene e dell’iperacusia nell’80% dei pazienti. Questa riduzione si mantiene stabile nel tempo e i pazienti dismettono gli apparecchi dopo circa 12 mesi.
L’applicazione della terapia cognitivo-comportamentale si basa sull’utilizzo delle tecniche di rilassamento e sulla ristrutturazione cognitiva dei pensieri disfunzionali. La letteratura concorda sugli effetti positivi ottenuti da questo tipo di trattamento. Una metanalisi [2] che valuta i risultati su 285 pazienti non trova differenze nella percezione dell’acufene e nel livello di depressione tra il gruppo di controllo e quello sottoposto a terapia psicologica, ma evidenzia una modificazione significativa della qualità di vita in questo ultimo gruppo.
Invece, nel caso in cui venga impostato un trattamento di tipo cognitivo comportamentale, con personale qualificato in tal senso (psicologo e/o psicotarapeuta, in funzione delle esigenze del caso) e in abbinamento con la TRT (Tinnitus Retraining Therapy), esistono significative evidenze scientifiche positive. Gli strumenti a disposizione dello psicologo cognitivo comportamentale sono in linea con la Tinnitus Retraining Therapy. L’intervento dello psicologo potenzia gli effetti della TRT, avendo a disposizione tecniche efficaci per il decondizionamento dell’acufene da emozioni come ansia e paura.
Il capitolo farmacologico potrebbe essere assai lungo, in relazione alla miriade di trattamenti comunemente proposti ai pazienti. A oggi, però, non esistono terapie farmacologiche specifiche per l’acufene. Anche se non può sopprimere l’acufene, la terapia farmacologia può essere particolarmente utile per gestire gli stati di ansia e depressione, molto spesso conseguenti all’insorgenza dell’acufene. In quest’ambito, le benzodiazepine che vengono utilizzate da molto tempo nella pratica clinica per la terapia dell’acufene avrebbero un effetto positivo su circa un terzo dei pazienti ma, secondo alcune teorie, il loro uso dovrebbe essere limitato nel tempo in quanto rallenterebbero la plasticità cerebrale e quindi l’adattamento alla percezione dell’acufene.
Un trattamento in via di sperimentazione clinica è la Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva che eroga campi magnetici a livello della corteccia in aree cerebrali che risultano attivate dall’acufene. La terapia è in uso già da tempo in alcuni ospedali per la cura di malattie neurologiche. I risultati sino a ora raccolti ne sanciscono l’efficacia in circa il 50% dei pazienti. Un’altra terapia sperimentale è la stimolazione elettrica della corteccia uditiva, ottenuta mediante l’utilizzo di elettrodi posizionati direttamente sulla corteccia o sulla dura madre. Al momento la sperimentazione è limitata a pochi pazienti.
Il biofeedback e il più raffinato neurobiofeedback su pazienti selezionati, possono contribuire alla riduzione dell’acufene. Queste metodiche hanno lo scopo di “insegnare” al paziente a modificare il livello della propria attività cerebrale e organica grazie all’auto-controllo: attraverso la registrazione dell’elettroencefalogramma o di parametri fisiologici la macchina valuta il livello di “allerta o stress” e lo converte in un segnale sonoro o visivo percepibile dal paziente; se il soggetto riesce a modificarle in senso positivo, riceve una ricompensa, come ad esempio l’ascolto di una musica piacevole o la visione di colori o immagini gratificanti. Non esistono certezze scientifiche sull’efficacia del biofeedback.
Agopuntura, cure omeopatiche, trattamenti con Ginkgo Biloba, diete, idrocolonterapia, pranoterapia, controllo di intolleranze alimentari, fiori di Bach, rimedi erboristici, terapie energetiche sono molto popolari soprattutto su internet. Purtroppo, anche in questo caso non esistono evidenze scientifiche provate della loro efficacia di riduzione dell’acufene.
[1] Results of TRT after eighteen months: Our experience, Giovanna N. Baracca, Stella Forti, Andrea Crocetti, Enrico Fagnani, Alberto Scotti, Luca Del Bo, Umberto Ambrosetti, 2009 https://doi.org/10.1080/14992020601175945
[2] Cognitive behavioural therapy for tinnitus, Pablo Martinez‐Devesa, Angus Waddell, Rafael Perera, Megan Theodoulou, 2007, https://doi.org/10.1002/14651858.CD005233.pub2
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