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Curare si può

La cura dell’acufene

Il nostro approccio terapeutico all’acufene e all’iperacusia

Nella nostra esperienza, l’acufene è originato frequentemente dalla presenza contemporanea di più patologie che, oltre all’orecchio, possono coinvolgere l’apparto muscolo/scheletrico della regione testa/collo o alcune funzioni organiche. Queste considerazioni si traducono, sul versante terapeutico, nella necessità di coinvolgere più specialisti. L’acufene è un problema così articolato e complesso nella sua espressione che richiede, nei vari campi, professionisti esperti e formati al problema.

Una volta accertata o ipotizzata la causa scatenante dell’acufene con una visita specialistica, ci si può concentrare sulla terapia, perché è possibile intervenire in modo concreto per alleviare o eliminare i disagi provocati dall’acufene. Non esiste nulla di più falso dell’affermazione che per l’acufene non esiste cura.

Le cause dell’acufene

Attraverso la visita e gli esami strumentali, è possibile generalmente suddividere la possibile causa dell’acufene in due gruppi:

  1. Acufene dovuto a un danno pregresso all’orecchio e ormai stabilizzato. In tale caso, il riconoscimento della causa che verosimilmente ha determinato l’acufene fornisce una informazione preziosa per il paziente che innanzi tutto desidera conoscere la causa del proprio disturbo.
  2. Acufene correlato a una patologia ancora attiva o potenzialmente in grado di svilupparsi e di provocare ulteriori danni. In questo caso vanno messe in atto le cure mediche e chirurgiche più efficaci per curare o tenere sotto controllo la patologia.
    In entrambi i casi, la predisposizione del paziente all’ansia e all’attenzione esagerata al proprio disturbo può avere un contributo determinante nello sviluppo del disagio da acufene o iperacusia. Infatti è oggi ben dimostrato che nelle persone ansiose l’acufene può raggiungere un livello di fastidio elevato e comunque superiore a quanto accade a soggetti non ansiosi.

Le terapie per acufene e iperacusia

Poiché le cause di acufene differiscono da persona a persona, non esiste un approccio unico alla cura dell’acufene, ma per ciascun paziente deve essere cucita su misura la terapia o il mix di terapie più efficaci.

Terapie farmacologiche

Il capitolo farmacologico potrebbe essere assai lungo, in relazione alla miriade di trattamenti comunemente proposti ai pazienti. A oggi, però, non esistono terapie farmacologiche specifiche per l’acufene. Anche se non può sopprimere l’acufene, la terapia farmacologia può essere particolarmente utile per gestire gli stati di ansia e depressione, molto spesso conseguenti all’insorgenza dell’acufene. In quest’ambito, le benzodiazepine che vengono utilizzate da molto tempo nella pratica clinica per la terapia dell’acufene avrebbero un effetto positivo su circa un terzo dei pazienti ma, secondo alcune teorie, il loro uso dovrebbe essere limitato nel tempo in quanto rallenterebbero la plasticità cerebrale e quindi l’adattamento alla percezione dell’acufene.

Intervento psicologico

L’applicazione della terapia cognitivo comportamentale si basa sull’utilizzo delle tecniche di rilassamento e sulla ristrutturazione cognitiva dei pensieri disfunzionali. La letteratura concorda sugli effetti positivi ottenuti da questo tipo di trattamento. Una metanalisi che valuta i risultati su 285 pazienti non trova differenze nella percezione dell’acufene e nel livello di depressione tra il gruppo di controllo e quello sottoposto a terapia psicologica, ma evidenzia una modificazione significativa della qualità di vita in questo ultimo gruppo.

Invece, nel caso in cui venga impostato un trattamento di tipo cognitivo comportamentale, con personale qualificato in tal senso (psicologo e/o psicotarapeuta, in funzione delle esigenze del caso) e in abbinamento con la TRT (Tinnitus Retraining Therapy), esistono significative evidenze scientifiche positive. Gli strumenti a disposizione dello psicologo cognitivo comportamentale sono in linea con la Tinnitus Retraining Therapy. L’intervento dello psicologo potenzia gli effetti della TRT, avendo a disposizione tecniche efficaci per il decondizionamento dell’acufene da emozioni come ansia e paura.

Neuromodulazione dell’acufene

Un trattamento in via di sperimentazione clinica è la Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva che eroga campi magnetici a livello della corteccia in aree cerebrali che risultano attivate dall’acufene. La terapia è in uso già da tempo in alcuni ospedali per la cura di malattie neurologiche. I risultati sino a ora raccolti ne sanciscono l’efficacia in circa il 50% dei pazienti. Un’altra terapia sperimentale è la stimolazione elettrica della corteccia uditiva, ottenuta mediante l’utilizzo di elettrodi posizionati direttamente sulla corteccia o sulla dura madre. Al momento la sperimentazione è limitata a pochi pazienti.

Biofeedback

Il biofeedback o il più raffinato neurobiofeedback su pazienti selezionati, possono contribuire alla riduzione significativa del disturbo acufene. Queste metodiche hanno lo scopo di “insegnare” al paziente a modificare il livello della propria attività cerebrale e organica grazie all’auto-controllo: attraverso la registrazione dell’elettroencefalogramma o di parametri fisiologici la macchina valuta il livello di “allerta o stress” e lo converte in un segnale sonoro o visivo percepibile dal paziente; se il soggetto riesce a modificarle in senso positivo, riceve una ricompensa, come ad esempio l’ascolto di una musica piacevole o la visione di colori o immagini gratificanti. Non esistono certezze scientifiche sull’efficacia del biofeedback

Terapie naturali o non convenzionali

Agopuntura, cure omeopatiche, trattamenti con Ginkgo Biloba, diete, idrocolonterapia, pranoterapia, controllo di intolleranze alimentari, fiori di Bach, rimedi erboristici, terapie energetiche: sono molto popolari specie nei forum internet. Purtroppo, anche in questo caso non esistono evidenze scientifiche provate della loro efficacia di riduzione dell’acufene.

TRT (Tinnitus Retraining Therapy)

Dagli anni ‘90 la TRT, acronimo di Tinnitus Retraining Therapy, ovvero terapia di riallenamento o di riprogrammazione dell’acufene, porta un aiuto reale ed efficace a chi soffre di acufene e iperacusia. Questa terapia si fonda sul modello neuropsicologico ideato e messo a punto dal neurofisiologo polacco Pawel J. Jastreboff oggi docente presso la Emory University di Atlanta USA, secondo il quale l’acufene viene percepito come fastidioso in quanto classificato inconsciamente dal cervello come suono di allarme. Questo condizionamento con la TRT può essere annullato e l’acufene può diventare un suono neutro e quindi non più fastidioso.

Uno degli elementi fondamentali della TRT è costituito dall’arricchimento sonoro a cui il paziente deve essere sottoposto per la maggior parte della giornata e anche durante la notte per qualche mese. La stimolazione sonora viene erogata da piccoli generatori di suono indossabili. La stimolazione non interferisce con le normali attività della vita quotidiana e dopo qualche giorno non viene più percepita dalla persona che indossa i generatori. Parte integrante della TRT è il supporto psicoterapeutico erogato in quattro incontri, in un periodo che va dai 9 ai 12 mesi In questo periodo si ha una riduzione della percezione dell’acufene che diventa progressivamente meno fastidioso, e, nelle fasi successive, diventa un elemento naturale del sottofondo sonoro quotidiano.

I generatori di suono ambientale e indossabili per la TRT

I generatori di suono sono apparecchi che generano suoni neutri per l’ascoltatore. I generatori indossabili sono minuscoli apparecchi da indossare dietro l’orecchio che trasmettono il suono al timpano tramite un micro trasduttore praticamente invisibile e non invasivo. I generatori di suono erogano una minima quantità di suono con intensità simile a quella dell’acufene e vengono regolati in base alle caratteristiche e alla sensibilità uditiva del paziente stesso. Il suono (in genere si tratta di un rumore della natura simile a una cascata lontana) stimola delicatamente le cellule nervose uditive permettendo a esse di essere più facilmente riprogrammate e, per alcuni versi, “rigenerate” grazie alla plasticità cerebrale. Inoltre, il suono facilita l’abitudine all’acufene fino a riuscire a ignorarlo.

Quando l’acufene si accompagna a una perdita di udito anche molto lieve monolaterale o bilaterale, è opportuno applicare una versione particolare di apparecchio acustico, denominato Combi, che contiene anche un generatore di suono. In questo modo è possibile ottenere un duplice risultato: il recupero della funzionalità uditiva e la stimolazione per l’acufene.

I risultati della TRT

I risultati da noi raccolti dal 1999 di terapia dell’acufene e pubblicati su riviste scientifiche accreditate o presentati a convegni internazionali concordano sulla riduzione significativa della percezione dell’acufene e dell’iperacusia nell’80% dei pazienti. Questa riduzione si mantiene stabile nel tempo e i pazienti dismettono gli apparecchi dopo circa 12 mesi.

 


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